Archive for February, 2012

agghiacciante

February 29th, 2012

- Desiderano?

- Fa un caldo incredibile, che cos'ha di fresco?

- Suggerisco loro il caffè al ghiaccio, va molto di moda d'estate.

- Come sarebbe caffè al ghiaccio? Posto che il caffè sia caldo farebbe scongelare il ghiaccio, non sarebbe più ghiaccio. Come lo prepara allora?

- Non si preoccupino per questo, assicuro loro che il nostro barista ce la fa.

- Beh, lo prendiamo allora. Però mi raccomando: che sia ghiaccio vero.

- Ci mancherebbe. Torno subito.

...

- Ecco, i caffè al ghiaccio.

- Vediamo un po'. Una tazza di caffè se non sbaglio. E di lato una coppa con dentro dei cubetti di ghiaccio. Questo lo chiama una bevanda? Sembrano ingredienti di una bevanda sempre da preparare.

- Invece la serviamo così. Come vedono non c'entra la preoccupazione per lo scongelamento.

- Direi che il rischio è stato previsto. E come si fa a berlo?

- Facciano come vogliono.

- Come fanno le persone?

- Alcuni mettono i cubetti nella tazza. Altri li masticano da soli e poi si bevono il caffè. Le alternative sono tante insomma.

- Invece direi che le ha più o meno esaurite.

- Se vogliono porto loro anche un bicchiere di acqua.

il barcaiolo

February 28th, 2012

- Guarda che roba. Franco è un vero appassionato di barche, ne sta di nuovo costruendo una.
- Già, però guarda che barca singolare, tutta fatta di legno addirittura. Non pensavo si costruissero ancora barche di legno in questi tempi.
- Ehi Franco, ci sei?

- Ciao, ragazzi. Come va?

- Tutto bene, però siamo molto curiosi per questa tua barca. Ci spieghi un po' a che serve?

- Purtroppo non posso dirvi molto. Ho ricevuto un incarico importante, e sono tenuto a non dare informazioni a riguardo.

- Non ti pare un po' sospetto? Un incarico segreto? Non starai per caso lavorando per un trafficante?

- No, ti assicuro che è tutto in regola.

- E quando parti?

- Tra poco. Ho qualche preparativo da sbrigare, poi parto subito. Scusate che devo tornare al lavoro.

- Certo.
- Che ne pensi? Ci credi a questa storia della riservatezza?
- Per niente. Sarà una scusa per aggirare qualche regolamento. Poi si sa che Franco ne ha fatte di tutti i colori. Non si fermerebbe di fronte a un ostacolo qualunque, ci vuole altro.

- Ehi ragazzi, adesso parto. Ci si vede! Almeno lo spero.

- Che voleva dire con questo?
- Non lo so. Forse ha paura di navigare con una barca così. Spero che non gli succeda niente in mare aperto. Non ci ha nemmeno detto dove sta andando.
- Cosa c'è scritto sullo scafo?
- Sono lettere molto sottili, non riesco a vedere chiaro. Mi pare "Lab arca di Noè".
- Noè? Quell'imprenditore indagato per evasioni fiscali?
- È senz'altro lui. Mi pare chiaro che ci sta provando di nuovo con qualche impresa losca.

si parla di

February 27th, 2012

- Amore, è tardi, vieni a dormire?

- Un momento, devo scrivere un post prima di coricarmi.

- Un post? Su quel vecchio blog? Non lo legge nessuno.

- Che importa, lo faccio per puro esercizio.

- Di che scriverai stasera?

- Non lo so, qualcosa mi verrà in mente come sempre. Ci vuole un momento di pazienza, di quiete, poi viene fuori un'idea dal nulla.

- Quindi aspetti?

- Sì.

- E per quanto?

- Ma dai, fammi pazientare un momento in silenzio.

- Che fai adesso? Aspetti?

- Silenzio! Hai sentito?

- Che cosa?

- Non lo so. All'improvviso mi viene il sospetto che qualcuno ci stia osservando.

- Hai sentito un rumore?

- Veramente no, però è come se avessi sentito qualcosa. Percepisco che non siamo qui soli.

- Allora chi c'è?

- Lo scrittore! Sì, sono sicuro che è lui. Guarda, scriverò una frase, ma sono convinto che lui sa prima di me cosa scriverò.

- "'Chi sei?', chiese lo scrittore".

- È incredibile! Ci sta parlando, vedi? Vuole fare conoscenza.

- Cosa gli rispondi?

- "Sono quello che scrive. E tu chi sei?"

- Ahaha, bella. Scommetto che si sente esposto adesso. Possiamo fargli delle domande incomode. Fallo parlare del suo scrivere che non è granché.

- Ci ha risposto: "Sono uno studente impegnatissimo della teoria della communicazione. Nel corso della mia ricerca spero di scoprire come i personaggi di un racconto communicano con il loro scrittore, soprattutto quando ci sono disturbi a uno scambio efficace per via di rumori, di mancato campo cellulare e circostanze del genere."

- Basta, adesso tocca a me. "E come sei sicuro che noi siamo i tuoi personaggi? Forse ci hai scambiati per quelli di un altro scrittore?"

- In realtà non si sa mai di certo chi è che sta parlando. "Scusa, dovevo scriverlo tra virgolette che non si sa mai chi sta parlando. Però è ovvio quando il personaggio non appartiene veramente al racconto. Figuratevi Don Abbondio oppure il cardinale Richelieu qui con noi, sarebbe fuori luogo."

- Perché quelli? Non conosci altro che l'Ottocento?

- No no, dicevo così per dire.

- Lo so che stai per dire. Che dovevi mettere di nuovo le virgolette.

- "Sì, però..."

- La tastiera ti dà fastidio.

- "Già". Già intendo. All'inferno le virgolette. E le virgole.

- Le mandi a quel paese?

- Certo.

- Quale girone?

- Ma smettila colla dantistica. È tardi. In più domani devo andare dal dantista.

- Dentista.

- In realtà si occupa di tutti e due.

scientificamente

February 26th, 2012

- Buongiorno, siamo della scientifica.

- Come dice?

- Smetti di fare il cretino, lo sai benissimo. Ci hai visti in tivù come tutto il mondo, si es ai maiemi ti dice niente? Bene, dov'è il cadavere?

- Mi dispiace, signori, avrete sbagliato indirizzo. Qui non c'è nessun cadavere.

- Questo è da stabilire. Facci entrare.

- Beh, se proprio insiste.

- Guarda un po', e quello chi è? Mi pare deceduto da ore ormai.

- È mio padre, fa sempre la siesta il pomeriggio dopo pranzo.

- E allora perché non si sveglia?

- Ha il sonno pesante, non si sveglia neanche con i tuoni. Cosa sta facendo?

- Devo esaminare la camicia. Credo che ci sia polvere da sparo.

- Quella è polvere domestica.

dove sono finiti i re?

February 25th, 2012

Sì sì, lo so che ce ne sono ancora. Però non risiedono nei paesi più importanti, diciamo così. Una volta essere re voleva dire vivere la vita alla grande, con tanti di capricci che se volevi fare la guerra alla Francia il pomeriggio lo facevi e basta, se volevi un castello nuovo lo facevi nel pieno della città. Chi è stato a Caserta lo sa che per castelli non ci sono limiti, lo fai tanto grande che bisogna mandare una truppa per contare le camere. Poi mandi un'altra per confermare e invece non torna il conto. Forse ne hanno costruite di più nel frattempo.

Il conte però, sì. Di conti, di duchi, di baroni ne avevi quanti volevi, ne facevi di nuovi pure per ammazzare il tempo. E neanche eri costretto a sapere tutti i loro nomi a memoria. Tanto chiunque ti veniva a trovare sapeva che il re ha ben altro a cui pensare che il nome del prossimo arrivato. Oppure li mandavi via senza nemmeno lasciare che li introducesse il cameriere.

Però non bisognava scordarsi il nome della regina, perché non c'è il re senza la regina. Quelle nozze abbastanza fastidiose che non finivano più, infine valevano la pena. Ti sposavi, poi ti facevano re, è andata sempre così. Eh già, la regina. Si vedeva che eri potente quando era oggetto di venerazione pure lei, per il semplice fatto di essere la tua mano destra. Però di mani destre ne avevi tante, chiunque si farebbe avanti per diventare il tuo aiutante, fin nelle minime vicende come scovare quella cravatta che non si trova nell'armadio.

Eppure qualunque cosa fai troppo a lungo ti viene la noia. Perciò serbavi sempre lo sfogo più soddisfacente: la caccia. Con gli animali ci si diverte sempre, non ti vengono a chiedere favori come gli uomini. E poi sono imprevedibili, ma in modo abbastanza prevedibile. Puntando il fucile verso il cielo non è che ti sfugge l'uccello troppe volte prima che lo centri, fanno tutti più o meno gli stessi voli. E poi viene il cane a portartelo anche se non sei stato tu a prenderlo, in modo che tutti pensino che il re sia il più grande cacciatore di tutti i tempi.

Il più grande in assoluto, anzi. Fino a che muori e viene il re successivo. Abbastanza prevedibile anche lui, come voi tutti, siete tutti re dopotutto.