ci vuole un minimo di arroganza

August 2nd, 2012

Proprio così disse Eric Cantona, all'epoca il tecnico della nazionale francese (fino a poco fa infatti) di beach soccer a proposito del tipo di giocatore che piace a lui allenare. Fu intervistato in francese ovviamente (anche quel francese un po' particolare di Marsiglia), ma la traduzione è comunque semplice.

Mi sono girato un po' nella testa questa frase, non sapendo bene da che parte cominciare. Chi conosce Cantona sa che fu un giocatore brillante proprio perché, fino a un certo punto, fu abbastanza arrogante. Ovviamente non fu l'unico motivo del suo successo, ci sono tante altre cose a incidere su una carriera poi.

Per quanto riguarda la dichiarazione credo che voglia dire che, anche essendo molto meno arroganti di Cantona, l'arroganza è una cosa da rispettare (per modo di dire), perché è un modo di fregarsene, di essere più indipendenti. È chiaro che dovendo dipendere troppo dagli appoggi e dai consigli degli altri, chiunque essi siano, è difficile che tu riesca ad accedere a un qualche traguardo che non sia del loro gusto, perché molto prima verrai probabilmente dissuaso e piantato su una strada diversa. Gli appoggi è bene averli, però a volte nella vita sei solo a desiderare una cosa e se non riesci a fare da te non l'avrai.

arroganza-davids-rotterdamPoi c'è l'aspetto della concorrenza che è ugualmente molto interessante. Mi affascinano un po' le storie di giocatori tipo Cantona, Edgar Davids, Ibrahimović. Già da giovani avevano le idee molto chiare rispetto alle loro possibilità di avere gran successo. A proposito di Davids, ho letto una storia da qualche parte che da ragazzo, sempre nelle giovanili di Ajax, disse a un qualche giornalista che sarebbe diventato un calciatore famosissimo* (però attenzione, lo disse seriamente, non per scherzo). Scommetto che per Cantona fu lo stesso, e poi per Ibrahimović si sa che fu uguale.

Sebbene sembri folle questo ragionamento devo dire che mi attrae anche, perché ce n'è qualcosa di estremamente sovversivo e radicale. In questa ottica l'arroganza mi pare un rifiuto di rispettare le gerarchie. Cosa vuol dire?

Mettiamo che tu ami la cucina e che tu voglia avviare dei raduni per persone come te, in modo da poter scambiare delle ricette, cucinare qualcosa insieme ecc. Allora, al primo incontro sono tutte persone sconosciute, quindi non ci sono regole, non ci sono personaggi noti, non c'è niente di prestabilito. Tuttavia, man mano che i raduni si fanno, cominciano a spuntare certi modelli sociali. Magari uno è più esperto con le minestre, quindi per consigli bisogna chiedere a lui. Magari uno è stato cuoco professionista per un tempo, perciò se ne intende a proposito del mestiere. Il punto è che facendo parte di un gruppo, le persone assumono sempre un qualche ruolo adatto alla situazione in cui si trovano, per ottenere un qualche posto comodo in mezzo agli altri. Ed anche se non è detto, in qualsiasi gruppo esiste un'aspettativa, magari subconscia, che quei ruoli, sebbene creati così spontaneamente, vadano in qualche modo rispettati.

Quindi se tu sei un nuovo arrivato al raduno ci si aspetta che giri un po' tra le persone per scoprire chi sono, per capirne la gerarchia. Non entri nella sala dicendo "adesso io vi faccio vedere come sono più bravo di voi tutti".

Tutto questo per spiegare che quando un tale Davids dice da ragazzo che diventerà un giocatore famoso senza avere la minima possibilità di portare una qualche prova in merito, dice praticamente: "Voi, del mondo di calcio: Non me ne frega chi siete, non ho la minima intenzione di entrare nelle gerarchie che avete creato per guadagnarmi i vostri consensi. Dal giorno stesso che entrerò tra voi farò del mio meglio per battervi tutti ed arrivare in cima." Sovversivo, no?

*Effettivamente ci fu un breve periodo durante gli europei nel 2000 durante il quale può perfino aver stato il più famoso in assoluto, ritratto da capitano della nazionale degli ospiti sul grattacielo più alto di Rotterdam.

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